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Conoscere la disabilità:
perchè è importante?

Illustrazione raffigurante due persone che conversano

Inclusività

Siamo convinti che l’uso corretto della terminologia sia indispensabile per riconoscere il progresso culturale che la disabilità traccia nella società, e per definire linee programmatiche grazie ad un vocabolario scientifico comune.

Malattia, invalidità, menomazione, deficit, handicap (spesso utilizzate in modo improprio) sono state sostituite da “funzionamento”, “attività”, “partecipazione”: termini positivi e propositivi, come delineato dall’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, 2001).

Semplificando potremmo dire che, secondo la classificazione ICF, per determinare la nostra reale abilità non è sufficiente definire genericamente che cosa siamo in grado di fare o non fare, ma diventa indispensabile mettere in relazione il funzionamento del nostro corpo e della nostra mente con le attività specifiche da svolgere in determinati ambienti: può infatti cambiare un solo parametro, ed ecco che potremmo ritrovarci in una situazione più o meno vantaggiosa.

Cosa comporta questa visione per il lavoratore con disabilità o appartenente alle Categorie protette? E per l’azienda? La risposta è evidente: tanto più saranno chiari il contesto lavorativo (ruolo e mansioni, ambiente relazionale, luogo fisico, accessibilità) e le caratteristiche del potenziale lavoratore, tanto più l’incontro tra candidato e azienda sarà proficuo e gratificante per entrambi.

Illustrazione raffigurante persone che conversano fra loro

Per questo motivo, oltre alla consueta tabella delle invalidità civili, in Jobmetoo abbiamo voluto aggiungere un’altra tabella che indica differenti tipi di disabilità. Le ricordiamo con alcune note descrittive a mo’ di esempio:

  • Fisica: chi ha una malformazione agli arti o chi ha una patologia o malattia fisica, anche degenerativa
  • Motoria: chi ha problemi a deambulare
  • Sensoriale dell’udito: persone che hanno perso completamente l’udito o che ne conservano un residuo
  • Sensoriale della vista: persone che non vedono o ipovedenti
  • Psichica: persone con disturbi di adattamento a causa di una condizione che interessa le sfere comportamentali
  • Intellettiva-mentale: che interessa le facoltà intellettive e relazionali
  • Malattia rara: malattia che, a causa della sua bassa incidenza, non è stata ancora codificata dalla legislazione e può emarginare ancora di più il lavoratore che incontra maggiori ostacoli nell’accesso al mondo del lavoro.

Come si può notare, i confini non esistono solo tra le diverse disabilità, ma anche all’interno della stessa tipologia di disabilità ed è per questo che, secondo noi, la trasparenza comunicativa è il miglior strumento per arrivare ad una soluzione condivisa, sia da parte del lavoratore così come dell’azienda.

A noi di Jobmetoo piace quindi pensare a questo periodo storico come l’era adulta della disabilità: le persone disabili cominciano ad avere consapevolezza del proprio destino e del proprio ruolo nella società e sono pronte a prenderne le redini, diventando anche un punto di forza per le aziende.

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Conoscere la disabilità è il primo passo per risolvere quelle problematiche che temiamo di non saper gestire: Jobmetoo mette a tua disposizione dei corsi a misura per la tua azienda per insegnarti a gestire la disabilità sul lavoro.