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Documenti: quali presentare a colloquio

Illustrazione raffigurante due persone che conversano

Documenti: quali presentare a colloquio?

È buona norma, quando ci si presenta a colloquio, che sia presso un’Agenzia per il Lavoro, una società di ricerca e selezione o un’azienda, portare con sè un curriculum vitae cartaceo, naturalmente aggiornato. Sicuramente il selezionatore avrà già visto il tuo cv, magari online o in una versione sintetica all’interno del profilo ricevuto dall’Apl (ndr. Agenzia per il Lavoro), ma ti potrebbe essere richiesta una copia cartacea (non sgualcita né in disordine) per cui è opportuno presentarsi sempre con una copia aggiornata del pCV.

Documenti: quali presentare a colloquio?

Che cosa portare ancora a colloquio?

Per quello che riguarda agenzie e società di ricerca e selezione, è possibile che ti vengano richiesti, a discrezione, alcuni documenti, di riconoscimento (carta di identità/codice fiscale) o relativi all’invalidità: in Jobmetoo è sufficiente portare con voi solo il curriculum vitae.

Per quello che riguarda i documenti relativi all’invalidità, il diritto alla privacy vi tutela dall’esposizione obbligata della vostra patologia. Pertanto, a prescindere da ciò che possa esserti richiesto di mostrare per “presa visione”, in linea generale potresti essere tenuto a mostrare soltanto copia della diagnosi funzionale (o relazione conclusiva) e, nel caso l’avessi (se stai già lavorando, non avrai il documento), copia dell’iscrizione al collocamento mirato.

In nessuno dei due documenti, infatti, è citata la patologia; sono però importanti perché il primo consente al futuro datore di lavoro di confrontarsi con le indicazioni relative ad eventuali necessità di supporto, il secondo, a risalire all’iscrizione e al centro per l’impiego a cui richiedere il nulla osta per procedere all’assunzione (e, in qualche modo, a “certificare” l’appartenenza alle categorie protette).

Alcune società richiedono copia del verbale di invalidità: di questo, dovresti averne due versioni, di cui una per il datore di lavoro, con diagnosi omessa per tutela della privacy. Potrebbe esserti richiesta perché, all’interno del documento, ci sono informazioni come la data di certificazione dell’invalidità e di eventuale rivedibilità, importanti per l’azienda.

Al di là dei documenti che sei tenuto o meno a presentare, il nostro suggerimento rimane lo stesso: sii il più trasparente possibile per quello che riguarda la tipologia di disabilità e le tue necessità in ambito lavorativo, al fine di poter iniziare una collaborazione professionale proficua che tenga conto sia delle esigenze del datore di lavoro sia delle tue, in funzione della tua salute.

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